L’attualità della Vitamina D

La carenza di vitamina D è un problema diffuso che riguarda il 50% della popolazione mondiale; circa un miliardo di persone nel mondo, di tutte le etnie e fasce d’età si stima abbia carenza di questa vitamina, carenza che è ancor più grave a fronte dell’attuale emergenza pandemica.

In Italia l’80% della popolazione è carente di vitamina D, e questa carenza interessa la quasi totalità della popolazione anziana e il 50% dei giovani nei mesi invernali. Durante la pandemia da Coronavirus prima che la ricerca scientifica arrivasse alla sintesi del vaccino, tra le strategie difensive è stata evidenziato e studiato con oltre 300 lavori editi nel 2020 il legame tra i livelli di vitamina D e la protezione verso il Covid-19. In alcuni paesi come la Gran Bretagna e la Scozia è stata disposta la supplementazione di vitamina D a circa due milioni di soggetti a rischio .

Anche se l’utilità della vitamina D nella prevenzione e nel trattamento del Covid-19 non è ben definita e sono fondamentali ulteriori approfondimenti in materia , è tuttavia necessario promuovere, in questo periodo di emergenza sanitaria, in alcuni paesi fra cui l’ Italia, in cui il deficit di vitamina D è molto diffuso, campagne di sensibilizzazione per garantire un adeguata esposizione solare e aumentare l’integrazione farmacologica o il consumo di cibi addizionati di vitamina D.

La vitamina D è un gruppo vitaminico di cinque pro-ormoni denominati D1,D2,D3,D4,D5; la sua scoperta risale al 1919 quando ci si accorse che la condizioni dei bambini rachitici miglioravano con l’esposizione al sole. I due elementi fondamentali sono la D2,ergocalciferolo e D3 colecalciferolo.

Hanno caratteristiche comuni come la struttura molecolare , sono liposolubili e si attivano alla luce del sole; hanno analoghe funzioni nell’organismo come il supporto all’assorbimento del calcio e del fosforo e il mantenimento dei loro adeguati livelli ematici; ma anche funzioni immunostimolanti e antinfiammatorie.

La vitamina D2 è presente prevalentemente nei vegetali e nei funghi; la D3 o colecalciferolo viene sintetizzata dalla pelle in seguito all’esposizione ai raggi solari; sono sufficienti 15 -30 minuti al giorno. Può essere assunta anche tramite l’alimentazione: è contenuta quasi esclusivamente nei pesci grassi come salmone, sgombro, sardine,merluzzo e nei latticini. E’ maggiormente biodisponibile rispetto alla D2 e all’interno dell’organismo umano viene trasformata in due metaboliti: il 25(OH)-D (idrossi-colecalciferolo e 1,25(OH)2-D (diidrossi-colecalciferolo). Quest’ultimo rappresenta la forma attiva nel corpo umano responsabile di tutte le proprietà biologiche della vitamina D3.

La vitamina D rispetto alle altre vitamine ha un’azione più simile a quella degli ormoni e ha capacità di modulare l’espressione genica. Facilita l’assorbimento intestinale del calcio, è essenziale per una corretta mineralizzazione delle ossa e dei denti durante l’accrescimento e nel corso della vita adulta. Contribuisce a mantenere normali livelli di calcio nel sangue; il calcio è un neuro trasmettitore che assicura una corretta contrazione del cuore e dei muscoli dell’organismo.

I valori normali di questo pro-ormone, nel sangue secondo le linee guida italiane ,sono dai 30 ai 100ng/ml; il modo per determinare la concentrazione sierica di questa vitamina è il test 25 idrossivitamina D; nei reni la la 25 idrossi vitamina D si trasforma nella forma attiva che è misurabile a livello ematico .

EFSA(European Food Safety Authority)raccomanda un assunzione di vitamina D3 di 15microgrammi al giorno e di 20 in persone di età superiore ai 75 anni.

La carenza di vitamina D si manifesta nelle seguenti situazioni: soggetti con limitata esposizione solare ; si manifesta nei periodi invernali ove i raggi Uvb non sono sempre sufficienti ad attivare i precursori ; o in soggetti con pelle scura. Nei soggetti con magrezza spiccata o disturbi dell’alimentazione come l’anoressia; in alcune malattie infiammatorie croniche intestinali e nella celiachia, per una diminuzione dell’assorbimento. Si presenta negli obesi per un aumento del sequestro di essa; nelle epatopatie e nella insufficienza renale cronica per una diminuzione della sintesi.

Infine alcuni farmaci come i lassativi riducono l’assorbimento intestinale di tutti i nutrienti compresa la vitamina D ; mentre l’uso prolungato di cortisonici e corticosteroidi può portare a osteoporosi per cui in questi casi è necessario aumentare il dosaggio di tale pro-ormone.

Oggi nei paesi occidentali sono rare le situazioni di grave carenza di questa vitamina, mentre sono molto frequenti i deficit relativi, comunque dannosi per la salute delle ossa e per il benessere del corpo.

Tale deficit spesso risulta asintomatico, altre volte si manifestano alcuni sintomi che difficilmente vengono associati a questa carenza .

I più frequenti sono : debolezza, stanchezza, riduzione della forza muscolare ; dolori articolari e alle ossa generalizzati; aumento di infezioni intestinali e del tratto respiratorio; parodontiti; aumento delle malattie infiammatorie. Le conseguenze più gravi della carenza sono problemi ossei con fragilità, facilità di fratture e osteoporosi. Il rachitismo, una malattia che colpisce i bambini e che provoca una ossificazione incompleta e deformità dello scheletro; la tetania, con crampi, spasmi , tremori.

Le situazioni di sovradosaggio di questo pro-ormone sono molto rare e si verificano a seguito di assunzione errata ed eccessiva di integratori alimentari o di alcuni alimenti.

La vitamina D come tutte le vitamine liposolubili può dare un eccesso di accumulo essendo più difficile da eliminare rispetto alle vitamine idrosolubili i cui eccessi vengono escreti attraverso i reni.

Un eccesso di questo pro-ormone può provocare : ipercalcemia con nausea ,vomito, inappetenza , diarrea ; confusione fino al coma; aritmie cardiache; calcolosi renale; calcificazione dei tessuti molli come cartilagini e tendini, con difficoltà e dolore nei movimenti.

In attesa che le società scientifiche stilino linee guida aggiornate, e chiariscano la correlazione tra la carenza della vitamina D e malattie come il diabete mellito, alcuni tipi di tumore e il Covid-19 e determinino quali siano i corretti dosaggi utili a ridurre l’incidenza o i sintomi di tali patologie, deve permanere l’indicazione alla integrazione di questo pro-ormone in pazienti con diagnosi di osteoporosi, fratture patologiche e comunque in particolari gruppi a rischio.

La prevenzione dell’ipovitaminosi D passa attraverso uno stile di vita corretto, con una adeguata esposizione al sole e una dieta bilanciata che permetta di assumere i precursori della vitamina , poi attivati dalla luce solare ; questa molecola seppure importante non deve quindi essere considerata un elisir ed essere prescritta senza motivo.

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